Siamo arrivati al capitolo finale sul tema cuciture (qui la parte 1 e la parte 2). Tirando le somme, qual è il setup migliore?
Proviamo a rispondere a questa domanda analizzando i pro e i contro di ogni sistema.
Partiamo dal T-loop, che ad un primo sguardo sembra il metodo più semplice ed intuitivo, bastano infatti un nodo e una maglia rapida per creare la connessione. In effetti la facilità di utilizzo e la versatilità di questo sistema sono sicuramente i suoi punti di forza. Come sappiamo, però, annodare una fettuccia ne dimezza il carico di rottura e dunque il nostro backup perde notevolmente la sua resistenza.

Il metodo di connessione con t-loop
A onor del vero va anche detto che un'eventuale rottura della main, con conseguente backup fall, genera presumibilmente carichi molto più bassi in una linea cucita rispetto ad una caduta su backup lasco senza alcuna connessione. Tuttavia sono stati fatti pochissimi test in questo campo e dunque dobbiamo rifarci solo a calcoli ipotetici.
Il test più attendibile su setup con cuciture è sicuramente quello di Slack.fr (per chi vuole approfondire abbiamo inserito altri riferimenti a fondo pagina): questo test mostra che, su una linea di 155 metri, senza connessioni e con backup line in dyneema, si possono raggiungere anche i 7kN sull'ancoraggio e quasi 8 kN sul leash, un valore altissimo se si pensa che verrebbe scaricato interamente sul nostro corpo. Il carichi si ridono notevolmente con le connessioni e ancora di più se si usa backup in poliestere o addirittura più dinamico.
Dobbiamo ricordare ancora una volta che questo test, sebbene sia veramente ben fatto, non è esaustivo poiché i parametri sono tantissimi e molto variabili: lunghezza del backup, materiale del backup, numero di connessioni, tensione della main line, natura della caduta, ecc.
Tornando al nostro setup, se vogliamo tenere molto alto il coefficiente di sicurezza e dunque evitare i nodi, occorre frazionare la nostra linea e dotarla di sewn loop.
Bisogna ricordare inoltre che il sewn loop è più resistente del t-loop o del metodo fractio perché la cucitura subisce solo la metà del carico, come illustrato nello schema seguente:

La distribuzione delle forze nel sewn loop

La distribuzione delle forze nel t-loop in caso di backupfall
Bisogna anche tener conto che la fettuccia con l’utilizzo potrebbe rovinarsi e questo può essere un altro punto a sfavore per i t-loop. Infatti, se danneggiamo uno spezzone unico e non frazionato, l’intero setup viene compromesso: se il danno è grosso rischiamo di non poter più utilizzare tutto lo spezzone; con linea frazionata invece sarà sufficiente sostituire solamente la sezione rovinata.
Ma se il sewn loop ha tutti questi pregi, dove sono gli svantaggi?
L’unico punto a sfavore del metodo di connessione con sewn loop è la maggior complessità di utilizzo. Innanzitutto il backup deve essere frazionato in relazione alla main line: al momento dell’acquisto del setup dovremo infatti acquistare un backup dedicato che dovrà essere proporzionalmente più lungo della main, altrimenti non resterà lasco (per approfondimenti vedi il capitolo 1).
Dovremo dunque misurare attentamente il nostro backup calcolando lo stretching della mainline, la tensione che presumibilmente verrà utilizzata e anche un eventuale variazione di lunghezza della fettuccia nel tempo. In alternativa, possiamo dotarci di extender come suggerito dal metodo inov split che abbiamo descritto nel capitolo 2.

Il metodo inov split, con extender regolabile
Un ultimo svantaggio del t-loop è la dimensione delle connessioni finali: gli anelli di dimensioni standard si incastrano nelle connessioni durante la camminata poiché, nastrando nodo e maglia rapida assieme alla mainline, si genera una connessione troppo spessa.
Per evitare questo inconveniente si possono comprare anelli di dimensioni maggiorate oppure scegliere i sewn loop che generano connessioni più esili.
Quindi, che metodo scegliamo infine?
Come si può intuire non c’è un setup migliore in assoluto, ma certamente ci sono setup che meglio si adattano alle esigenze di ciascuno.
Se prediligiamo la sicurezza e l’alto carico di rottura dell’intero sistema dovremo essere più orientati ai sewn loop; potremo invece optare per i t-loop se ipotizziamo un setup con fettucce molto resistenti e che sia sufficientemente dinamico da assorbire un’eventuale backup fall (no dyneema, no linee troppo corte o statiche, cuciture troppo lontane o backup troppo lasco, ecc).
In alternativa potremo considerare il metodo fractio, che elimina il nodo dal nostro sistema (ma rimane il problema del carico che viaggia 100% sulla cucitura) o optare per sistemi ibridi, come ad esempio frazionare la nostra linea e munire ciascuno spezzone di t-loop o fractio.
La soluzione è relativa alle proprie esigenze di sicurezza e anche al budget a disposizione: comprare un setup frazionato main + backup infatti è notevolmente più dispendioso che acquistare solamente la main line con t-loop e riciclare altre fettucce come backup.
Certamente è auspicabile che in futuro vengano fatti dei test seri su queste connessioni in modo da capire l’effettivo coefficiente di sicurezza di ciascuno di questi metodi, poiché lesinare e risparmiare sulla sicurezza nel nostro sport non è mai una buona idea.
Altri articoli:
Swen Loop Science by Stephan Chalkowski
How to connect with the Inov Split by HowNotToHighline
Test su mainline cucita direttamente su backup by Slacktivity
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